C2B è l’acronimo dell’espressione “consumer-to-business”, utilizzata per descrivere un tipo di commercio in cui i consumatori creano valore per l’azienda e per riferirsi all’offerta di prodotti o servizi da parte dei consumatori alle imprese, ricevendo un compenso.
Non esiste una definizione univoca di C2B, anche se tutte sembrano concordare con l’idea che si tratti di un modello di business in cui l’azienda trae valore dai consumatori.
Secondo la definizione fornita dall’enciclopedia Treccani, nel C2B i consumatori offrono dei prodotti o dei servizi alle aziende in cambio di un compenso, a differenza di quanto avviene nel B2C. Secondo questa accezione, possono essere racchiusi nel concetto di commercio C2B scambi in cui l’autore di un blog , forum o sito web offre a un’azienda la possibilità di inserire, all’interno del proprio spazio virtuale, un link che rimanda alla pagina aziendale, promuovendo così gli acquisti di prodotti di quell’impresa, in cambio di un compenso (che può essere monetario oppure rappresentato da uno sconto o un’offerta di prodotti).
L’espressione, comunque, è utilizzata, poi, con un’altra accezione: al Softbank World 2014, Jack Ma, fondatore di Alibaba, ha dichiaratato «aperta l’era del C2B», intendo un’epoca in cui sono i consumatori a definire ciò che vogliono e ciò di cui hanno bisogno, con le aziende che devono semplicemente adeguarsi per poter sopravvivere. In questo senso, le recensioni degli utenti, le proposte di creazione o di modifica dei prodotti, i servizi o il packaging pubblicati dai consumatori in Rete possono essere visti come una manifestazione del modello C2B.
Infatti, come ha dichiarato il vice presidente di C2B Solutions Brent Walker a Business News Daily, la caratteristica distintiva del C2B è proprio la creazione di valore (per l’impresa) da parte del consumatore, cosa che «può comprendere sviluppo di idee, concept di prodotti/servizi e soluzioni insieme all’azienda attraverso i social media».
Si parla, in ogni caso, di una sorta di capovolgimento del modello tradizionale di commercio in cui le aziende propongono beni o servizi che vengono acquistati dai clienti: lo sviluppo di dinamiche associate al modello customer-to-business si devono in parte al passaggio da una comunicazione unilaterale (da parte dell’azienda nei confronti dei clienti) a una comunicazione bidirezionale (promossa dall’uso di Internet), in cui l’azienda dialoga con i consumatori per trovare soluzioni che rispondano alle loro esigenze. In questo senso, l’espressione viene anche usata per descrivere un modello di commercio in cui sono i consumatori a definire il prezzo che sono disposti a pagare per un determinato prodotto o servizio, con le aziende che decidono se accettare o rifiutare l’offerta.
Esempi del modello consumer to business
L’e-commerce C2B è correlato al concetto brevettato di Priceline “name your price”. Negli Stati Uniti, Jay Walker, fondatore di questa società, ha pensato che potesse essere interessante organizzare aste al ribasso per biglietti aerei o pernottamenti in hotel, poiché questi servizi sono deperibili. Cioè, se non vengono consumati in un giorno specifico, perdono il loro valore e non possono essere conservati per altre occasioni.
Un altro esempio è Agropool che offre ai produttori rurali di partecipare all’acquisto di determinati prodotti, materie prime e combustibili con l’obiettivo di ottenere riduzioni di prezzo man mano che aumentano il volume del prodotto da acquistare.
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C2B è l’acronimo dell’espressione “consumer-to-business”, utilizzata per descrivere un tipo di commercio in cui i consumatori creano valore per l’azienda e per riferirsi all’offerta di prodotti o servizi da parte dei consumatori alle imprese, ricevendo un compenso.
Non esiste una definizione univoca di C2B, anche se tutte sembrano concordare con l’idea che si tratti di un modello di business in cui l’azienda trae valore dai consumatori.
Secondo la definizione fornita dall’enciclopedia Treccani, nel C2B i consumatori offrono dei prodotti o dei servizi alle aziende in cambio di un compenso, a differenza di quanto avviene nel B2C. Secondo questa accezione, possono essere racchiusi nel concetto di commercio C2B scambi in cui l’autore di un blog , forum o sito web offre a un’azienda la possibilità di inserire, all’interno del proprio spazio virtuale, un link che rimanda alla pagina aziendale, promuovendo così gli acquisti di prodotti di quell’impresa, in cambio di un compenso (che può essere monetario oppure rappresentato da uno sconto o un’offerta di prodotti).
L’espressione, comunque, è utilizzata, poi, con un’altra accezione: al Softbank World 2014, Jack Ma, fondatore di Alibaba, ha dichiaratato «aperta l’era del C2B», intendo un’epoca in cui sono i consumatori a definire ciò che vogliono e ciò di cui hanno bisogno, con le aziende che devono semplicemente adeguarsi per poter sopravvivere. In questo senso, le recensioni degli utenti, le proposte di creazione o di modifica dei prodotti, i servizi o il packaging pubblicati dai consumatori in Rete possono essere visti come una manifestazione del modello C2B.
Infatti, come ha dichiarato il vice presidente di C2B Solutions Brent Walker a Business News Daily, la caratteristica distintiva del C2B è proprio la creazione di valore (per l’impresa) da parte del consumatore, cosa che «può comprendere sviluppo di idee, concept di prodotti/servizi e soluzioni insieme all’azienda attraverso i social media».
Si parla, in ogni caso, di una sorta di capovolgimento del modello tradizionale di commercio in cui le aziende propongono beni o servizi che vengono acquistati dai clienti: lo sviluppo di dinamiche associate al modello customer-to-business si devono in parte al passaggio da una comunicazione unilaterale (da parte dell’azienda nei confronti dei clienti) a una comunicazione bidirezionale (promossa dall’uso di Internet), in cui l’azienda dialoga con i consumatori per trovare soluzioni che rispondano alle loro esigenze. In questo senso, l’espressione viene anche usata per descrivere un modello di commercio in cui sono i consumatori a definire il prezzo che sono disposti a pagare per un determinato prodotto o servizio, con le aziende che decidono se accettare o rifiutare l’offerta.
Esempi del modello consumer to business
L’e-commerce C2B è correlato al concetto brevettato di Priceline “name your price”. Negli Stati Uniti, Jay Walker, fondatore di questa società, ha pensato che potesse essere interessante organizzare aste al ribasso per biglietti aerei o pernottamenti in hotel, poiché questi servizi sono deperibili. Cioè, se non vengono consumati in un giorno specifico, perdono il loro valore e non possono essere conservati per altre occasioni.
Un altro esempio è Agropool che offre ai produttori rurali di partecipare all’acquisto di determinati prodotti, materie prime e combustibili con l’obiettivo di ottenere riduzioni di prezzo man mano che aumentano il volume del prodotto da acquistare.
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